giovedì 4 marzo 2010

Recensione

L'amico Gianni dall'Aglio recensisce "Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora" in una delle sue e-mail inviate agli amici sparsi in giro per l'Italia. Riporto di seguito le sue parole, ringraziandolo per l'invito in Liguria.

"Le pecore, insieme alle mucche, alle capre, agli asini, ai cani pastore eagli esseri umani che con questi animali vivono e lavorano, sono protagoniste della più recente fatica letteraria di Marzia Verona, una di quelle persone fortunate (fra la quali mi ci metto anch'io) che - come dicelei stessa nella quarta di copertina - "ha progressivamente coniugato i suoiinteressi con la propria attività". Interessi e attività che riguardano lamontagna - le Alpi piemontesi in particolare - e la vita dei pastori -transumanti in particolare. Se andate a cercare il suo sito www.marziamontagna.it capite meglio chi è e cosa fa. Nella fattispecie, in questo suo ultimo libro, che è una raccolta di racconti-saggi, racconta la vita quotidiana, mensile, annuale, dei pastori e dei loro animali. Che assumono - le assumono perché ce l'hanno davvero, mica per finzione letteraria - diverse personalità a seconda della specie a cui appartengono e a seconda del carattere dei singoli individui. Che anche fra pecore e vacche, come nelle persone, ci sono i coraggiosi e i timidi, gli astuti e i grulli, gli allegri e gli incazzosi, gli amiconi e i solitari, i bizzarri (la pecora che sta con le vacche, l'asino che riporta a casa il padrone ciucco, il toro che balla....). Marzia ci vive e ci convive da anni coi pastori e con i loro animali e da come ne scrive e ne descrive la vita, i pensieri, i comportamenti si capisce che è esperta di quel mondo. Ecco, quel mondo: un mondo che è geograficamente vicino, talvolta vicinissimo, limitrofo al mondo in cui vivo io e vivete quasi tutti voi; un mondo che è un pezzo storicamente, economicamente e culturalmente importante del multiforme universo che costituisce la nazione italiana nel suo insieme; però è anche un mondo che per molti - me compreso - appare distante e quasi sconosciuto, tanto nei suoi dettagli quanto nelle sue strutture generali. Marzia lo racconta e lo fa conoscere in maniera "leggera" (leggerezza calviniana, direi) e profonda al contempo, con affetto e partecipazione. E senza cedimenti sentimentali e "oleografici" a fini letterari. Io più invecchio più mi affeziono a quel quarto, quel terzo, non so bene quanta percentuale di geni del mio dna arrivino dalle valli occitane del Cuneese, però avverto in maniera crescente, emotivamente più che razionalmente, il legame che mi unisce almeno in parte a quel mondo di pascoli alpini, quindi mi sono letto con mucho gusto questo "Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora", sorridendo fra me e me - e qua e là commuovendomi un po', lo ammetto - alle vicende di questi animali e dei loro "padroni" che sono amici e compagni di avventure e disavventure piùche meri padroni. Inoltre, io vivo con animali domestici in casa da quando avevo più o meno 14anni, e ora ne ho 50; e ho sempre comunicato con loro con tanto piacere e quasi altrettanta facilità, siano stati cani, gatti, criceti, canarini, magari anche i tre pesci rossi (si chiamavano Armadillo, Pangolino e Bartolino Smith, furono in assoluto i primi animali che entrarono in casa mia, se si eccettua la Gnugni, la gatta di mia mamma che io conobbi nei mieiprimi due anni di vita e che ovviamente non ricordo). Negli ultimi dieci anni, frequentando Donatella e il suo giardino-arcadinoè di Sanremo, ho esteso il concetto di animale domestico a specie meno ovvie, quali merli,pettirossi, piccioni, lumache, e ho facilmente scoperto, senza stupirmi molto, che è possibile stabilire forme di comunicazione anche con costoro. Certo non riesco a fare con un pettirosso (o con una lumaca) quelle chiacchierate articolate e varie che è facile metter su con i gatti di casa, e in generale le "conversazioni" coi merli e coi piccioni (che peraltro sono due specie animali estremamente comunicative) hanno come argomento quasi esclusivo il cibo; difficilmente saprebbero dirmi la loro sulle vicende politiche nazionali o sulle dimostrazioni ontologiche dell'esistenza di Dio. Difficoltà che condividono con gran parte dei miei consimili, peraltro... Comunque, con queste basi personali, capisco perfettamente che sia possibile per un pastore - come racconta Marzia - affezionarsi a una capra o a un cane "da guardiania" o a una mucca, e restare affascinato dagli agnelli che giocano saltando a piè pari, o dalle mucche che si divertono a fare le scivolate sull'erba. Sono molto contento di aver letto questo libro, si. Ora dobbiamo davvero riuscire a organizzare la sua discesa a Sanremo per una presentazionepubblica in Riviera, che il tempo passa... "

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