sabato 30 gennaio 2010

Recensione

Il professor Luca Battaglini, che per primo mi ha spronata a scrivere questo libro, così scrive per Dislivelli (www.dislivelli.eu), "Ricerca e Comunicazione sulla Montagna".

Marzia Verona, Intelligente come un asino, intraprendente come una pecora. Storie di animali, allevatori e montagna. L'Artistica Editrice, Savigliano (CN), 2009, 288 pagine, 104 foto a colori, prezzo 16.00 € (13,5 x 19 cm) [http://asinipecore.blogspot.com]
Marzia Verona dopo aver pubblicato Vita d'alpeggio (2006, Blu Edizioni) e Dove vai pastore? (2006, Priuli & Verlucca) approda alla sua prima esperienza “narrativa”. Devo dire che da occasionale frequentatore del suo assai visitato blog (http://pascolovagante.splinder.com ) vero “diario” di vita pastorale, sono sempre stato stimolato dai suoi testi appassionati. Un mio amico e collega, anch’egli docente di zootecnica all’Università di Milano che si occupa con particolare fervore di allevamenti alpini e dei problemi connessi, mi ha recentemente confidato che il suo sito, seppure assai frequentato, è ancora “molto” distante dal numero di accessi giornalieri e dall’audience telematica del blog di Marzia …
E’ vero, un giorno le suggerii di provare a mettere in forma di “novella” le tante storie raccontate nel suo blog. L’Autrice lo scrive all’inizio del libro ed è responsabilità che accetto ben volentieri perché lei vi è pienamente riuscita. Nei trenta racconti di questo volume, con taglio sapiente e anche “formativo” (credo proprio che consiglierò questa lettura ai miei studenti del Corso di Scienze e Cultura delle Alpi) narra di vicende d’alpeggio e transumanze, di storie di animali e pastori. Prima di tutto, però, vengono gli animali, trattati da veri protagonisti : sono pecore, asini, vacche, capre, lupi, cani e poi, c’è l’uomo “allevatore”. Egli rispettandone le esigenze assicura i quotidiani fabbisogni “etologici” (oggi diremo l’animal welfare) e ne comprende, quasi sempre, il linguaggio. “Quasi sempre” perché ogni tanto l’animale si comporta in modo inatteso, assume una sua indipendenza e personalità: si pensi alla pecora che preferisce stare con la mandria delle vacche, all’asino straordinariamente “intelligente” che accompagna lealmente il suo vecchio padrone ma anche alla vacca “alpinista”, di “sana” razza locale, e a quella grama: aggressiva sì, ma per proteggere la propria prole.
L’Autrice, in parte, si ispira a fatti veri, anche vissuti, altrimenti immagina la vicenda, ma senza allontanarsi troppo da una realtà che conosce molto bene.
Già si è detto che in un certo senso il libro ci racconta come sui pascoli alpini si possano vivere vere e proprie esperienze educative, per tutte le età, grazie alla vita degli animali e al piccolo-grande mondo dell’allevamento di montagna. Questo avviene grazie alla sapienza e cultura di “pastori” che “traducono” a turisti o passanti, quasi sempre non in grado di leggere quello che sta avvenendo, i quadri che è possibile osservare: dagli istanti iniziali della vita (gli agnelli quando nascono sono … gialli) alla morte (la vitella che muore di polmonite) anche cruenta (come nel caso della predazione del lupo), dagli eventi poetici a quelli gioiosi e tristi dell’alpe .
Le immagini degli animali descritti nelle pagine di questo inconsueto volume possono, a tratti, farci tornare alla mente certe favole di Fedro: la capra “intelligente”, il cane “fedele” anzi “fedelissimo”, l’asino “saggio”, la pecora “avventurosa” ma evocano anche moderni film d’animazione (pecore “salterine”, vacche “felici” e perfino un toro che balla).
D’altronde, in questo mondo pastorale, ce lo dice Marzia Verona, proprio grazie a quanto avviene secondo i ritmi cadenzati dalla natura , “non c’è bisogno di ricorrere alla fantasia per raccontare una fiaba …”.
Luca Battaglini
Docente di Sistemi zootecnici - Università degli Studi di Torino

Nessun commento:

Posta un commento