sabato 30 gennaio 2010

Recensione

Claudio Tron recensisce il libro per "La Valaddo" http://www.lavaladdo.it/ (in pubblicazione sul prossimo numero).

Intelligente come un asino

La vaccho, la vacca, che sogno! Quando avrei voluto comprarne una, i miei sono stati contrari. Così tra la vacca e la famiglia, ho dovuto scegliere e accontentarmi di quest’ultima. Ma per consolarmi posso leggere i libri di Marzia Verona, giovane dottore in scienze forestali e ambientali di Cumiana, che deve nutrire più o meno la stessa passione.
Intelligente come un asino: per esempio come l’asina del vecchietto soprannominato Pitou, da giovane perché era piuttosto piccolo e tarchiato, e da vecchio, oltre che per la stessa ragione, anche perché ha acquisito in volto un colore abbastanza simile a quello della testa di un tacchino arrabbiato. Non ha più altre bestie, ma l’asina continua a fare il suo lavoro. La sera quando il Pitou vede due strade che vanno verso casa sua e non sa bene quale imboccare, l’asina sicura lo porta in groppa lungo la strada giusta e non sbaglia mai direzione.
E intraprendente come una pecora. Come quando si avvicina il momento del parto e sa fare di solito tutto da sola. O quando sa fare le scelte giuste sui luoghi del pascolo alpino.
Il libro usa prevalentemente la forma narrativa nel presentare episodi di pratica pastorale di alpeggio, ma l’intreccio tra i verbi al passato propri di questa forma e quelli al presente, propri dell’enunciazione scientifica, è costante. Così incontriamo lungo tutto il percorso le regole che presiedono alla buona pratica pastorale al fine di preservare la biodiversità degli ambienti, nonché quelle per la cura appropriata del bestiame soprattutto nei momenti difficili della vita animale (parto, lattazione, siccità, temporali, prime nevicate, frane). In questo modo il libro, quasi senza che il lettore se ne accorga durante la lettura, alla fine può anche essere considerato quasi come un trattato di biologia vegetale alpina e di medicina veterinaria.
La forma, appunto, è quella della narrazione di episodi. Così gli animali e le persone che ne sono protagonisti, sono presi in considerazione anche nelle loro caratteristiche individuali. C’è la vacca posata come un venerando studioso topo di biblioteca e quella avventurosa e sprezzante del pericolo come un alpino; c’è la pecora che non abbandonerebbe il gregge nemmeno a suon di frustate e quella che si allontana e che nemmeno con l’agnello usato come esca riesci più a catturare; c’è la capra curiosa che sembra ti saluti scrutando chi sei se non ti conosce e quella disponibile che prende a balia col proprio latte l’agnello abbandonato. Gli animali hanno dunque il loro carattere, a volte anche un po’ scontroso, come il cane che diventa geloso quando una signorina viene un po’ spesso a incontrare il suo padrone. L’Autrice non ne dice il nome e io, pur presumendo di sapere di chi si tratta, mi attengo alla stessa discrezione.
Una ricca documentazione fotografica impreziosisce ulteriormente il testo e contribuisce a mettere in luce la varietà dei comportamenti animali e umani nella pratica della pastorizia.
Merita una menzione particolare la presenza dei bambini negli episodi della narrazione: bambini con una cultura originale: ad esempio sanno tutto su come si riproducono i mammiferi e riescono a capire che cosa sono gli insiemi e i sottoinsiemi partendo dall’esperienza del gregge nel suo complesso in cui sono inserite le bestie in affido appartenenti ad altri.
Marzia Verona si è occupata in passato anche della storia e delle coltivazioni del Pinerolese pedemontano, ma sembra che la sua passione principale, già manifestata nei due volumi del 2006 “Dove vai pastore?” (Priuli & Verlucca) e “Vita di Alpeggio” (Blu Edizioni) si vada sempre più specializzando nello studio della vita dei pastori.

Marzia Verona, Intelligente come un asino, Intraprendente come una pecora, Savigliano, L’Artistica Editrice, 2009, pp. 286, € 16

Nessun commento:

Posta un commento